Cos’è l’ecografia transrettale a 360°

L’ecografia transrettale a 360° è una tecnica diagnostica ecografica eseguita con una sonda inserita attraverso il retto. Si acquisiscono immagini delle strutture anatomiche del piccolo bacino (ano, retto, fasce muscolari, vagina, utero ed annessi, prostata ecc).

 

Si basa sull’utilizzo di una sonda multifrequenza, da 6 a 16 MHZ. Ciò consente una ricostruzione tridimensionale dell’anatomia del paziente a differenti livelli di profondità.

 

La procedura, in genere, non viene eseguita dal radiologo bensì da un chirurgo colorettale esperto e non va confusa con l’ecografia transrettale o transvaginale eseguita dall’urologo o dal ginecologo.

 

Non è un esame doloroso. Richiede una preparazione rettale con due clisterini (Clismafleet 200 ml) eseguiti uno la sera prima e l’altro il mattino, due ore prima della procedura se si deve condurre un esame per il retto ( …il digiuno non serve).  Mentre lo studio del canale anale non prevede alcuna preparazione.

 

L’ecografia transrettale (ETR) è utilizzata per lo studio delle malattie benigne anorettali:

 

  • ascessi perianali
  • fistole perianali/vaginali
  • ragadi anali cronicizzate
  • lesioni sfinteriche post-traumatice o postpartum
  • endometriosi retto-vaginale
  • prolasso rettale mucoso o completo del retto
  • incontinenza anale
  • esiti post-chirurgici dei trattamenti anorettali

 

È utilizzata per lo studio delle malattie maligne dell’ano e del retto per stabilire:

 

  • il grado di infiltrazione della neoplasia rispetto alla parete rettale, il mesoretto, i muscoli sfinterici e gli organi contigui ( uT 0-4 )
  • la presenza di linfoadenopatie mesorettali ( uN 0-1) sospette per metastasi
  • la distanza del tumore dalla rima anale ( elemento di giudizio per indicazione ad RT ed alla tecnica chirurgica)
  • la posizione esatta del tumore rispetto all’ampolla rettale ( informazione essenziale per l’esecuzione della microchirurgia transanale (TEM)
  • il piano di clivaggio con prostata, utero e vagina
  • l’integrazione con la RMN pelvica: l’ecotransrettale “vede “ meglio da vicino ( uT1 e T 2) che da lontano ( oltre uT3) e viceversa vale per la RMN.

 

Nel corso della procedura viene eseguita sempre l’esplorazione rettale e la proctoanoscopia se necessario.

I limiti delle metodica possono essere la localizzazione prossimale della neoplasia (retto alto – sigma), la stenosi serrata (la sonda non passa attraverso il restringimento) e dell’essere operatore dipendente.